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Alcamo | Cronaca

Frode Gruppo Milotta: annullata interdittiva alla Lecofer, restano gli arresti

26 Dicembre 2023 09:13, di Laura Spanò
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Mente della truffa l'imprenditore Milotta e il consulente Città

Le aziende del gruppo Milotta finite al centro di una indagine della guardia di finanza riprendono le loro attività. L'inchiesta dieci giorni fa aveva portato ai domiciliari l'imprenditore alcamese Gianfranco Milotta e del suo consulente Salvatore Città.

Il collegio difensivo dell’azienda, composto dall’avvocato Enzo Catanzaro e da alcuni tributaristi del foro di Palermo, hanno ottenuto l’annullamento dell’interdittiva per la Lecofer che ha riaperto i battenti. L’inchiesta delle fiamme gialle avrebbe scoperto una vasta presenza di fatture emesse per operazioni inesistenti. Coinvolte aziende e imprenditori anche di Verona, Brescia e Pordenone, e una lunga serie di società “cosiddette cartiere”, cioè appositamente istituite per emettere fatture, dislocate in varie parti della Sicilia (pure ad Alcamo, Castellammare del Golfo, Partinico e Carini) e in altre regioni d’Italia.

La mente della frode per gli inquirenti sarebbero stati: l’alcamese Milotta e il bagherese Città, che avrebbero con leggerezza individuato alcuni prestanome in figure poco credibili: un barbone senza fissa dimora, un operaio e un disoccupato.

Milotta resta per il momento ai domiciliari. Il collegio difensivo ha presentato ricorso al tribunale del Riesame per ottenere l’alleggerimento della misura in favore del 46enne. La vasta operazione, oltre alla Lecofer, azienda di commercio all’ingrosso di metalli ferrosi, che ha subito un sequestro di oltre due milioni e mezzo di beni per la responsabilità amministrativa nel profitto dei reati di riciclaggio e uso di fatture false, ha riguardato anche la Lavorfer, azienda del Milotta Group che si occupa di fabbricazione di strutture e parti metalliche, con un sequestro di beni, per equivalente ai profitti illeciti, pari a 6.642.000 euro. La sede della Lavorfer, secondo le Fiamme Gialle e la procura, sarebbe stata trasferita a Minsk, in Bielorussia, ma soltanto fittiziamente.

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