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Trapani | Cronaca

Omicidio Amatuzzo.Lunedì prima udienza del processo a carico di Ernesto Favara

06 Gennaio 2024 20:54, di Laura Spanò
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L'uomo è accusato dell'omicidio di sua moglie

E’ prevista per lunedì prossimo, davanti la Corte d’assise di Trapani, la prima udienza del processo a carico di Ernesto Favara, 64 anni, ex pescatore, di Castelvetrano, accusato di avere ucciso a coltellate, il 24 dicembre 2022, a Marinella di Selinunte, la moglie Maria Amatuzzo, di 29 anni, di Palermo.

Favara era stato rinviato a giudizio lo scorso mese di novembre dal gup del Tribunale di Marsala Riccardo Alcamo. Maria Amatuzzo, venne uccisa a coltellate il 24 dicembre 2022 a Marinella di Selinunte. La donna, qualche mese prima, aveva lasciato il marito ed era andata a vivere con un altro uomo. Il 24 dicembre dello scorso anno, la Amatuzzo sarebbe stata attirata con un pretesto da Favara nella sua abitazione di Marinella di Selinunte (“Vieni a prenderti il cappotto, io non sarò a casa”), ma quando entrò nel garage venne subito accoltellata.

Dall’autopsia emerse che i fendenti inferti da Favara alla donna in varie parti del corpo sarebbero stati 28. Favara venne arrestato poco dopo il delitto per strada dai carabinieri con in mano il  coltello ancora sporco di sangue. Tra le cinque aggravanti contestate dall’accusa, anche i “futili motivi” (gelosia), la premeditazione e la crudeltà, perché dopo avere inferto colpi letali continuava ad accoltellarla. Favara è difeso dagli avvocati Margherita Mariella Barraco e Valentina Blunda, mentre le parti offese (genitori, una sorella e uno zio della Amatuzzo) sono assistite dall’avvocato Vito Daniele Cimotta.

Oltre a loro, si sono costituite parti civili anche due associazioni antiviolenza sulle donne (“Casa di Venere” e “Penelope”) rappresentate dalle avvocatesse Roberta Anselmi e Marilena Messina. Ernesto Favara è attualmente rinchiuso nel carcere di Trapani. Per l’imputato il gup non ha escluso alcuna delle aggravanti contestate dalla Procura. Sono state, infatti, respinte le eccezioni sollevate dalla difesa su alcune aggravanti. Rigettata anche la richiesta di perizia psichiatrica. Richieste alle quali si sono opposti sia il pm che le parti civili. La difesa aveva richiesto anche il rito abbreviato, che in caso di condanna, prevede uno sconto di pena di un terzo (in questo caso, eviterebbe l’ergastolo), ma, viste le aggravanti, la richiesta è stata giudicata “inammissibile” dal giudice.

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