Operazione "Ruina". Divieto di dimora a Calatafimi per Giuseppe Fanara
Lo ha deciso il Tribunale del riesame
Il Tribunale del riesame ha annullato la misura cautelare in carcere, applicando solo il divieto di dimora a Calatafimi a Giuseppe Fanara, 42 anni, tra gli arrestati del blitz antimafia denominato "Ruina".
I magistrati della Procura distrettuale antimafia di Palermo, al termine della prima fase delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Trapani e Palermo e dallo Sco, Servizio Centrale Operativo, lo avevano collocato tra i "fedelissimi" di Nicolò Pidone, ritenuto capo della famiglia mafiosa di Calatafimi.
Il Tribunale del riesame adesso ha annullato la misura cautelare in carcere, Fanara fu arrestato per partecipazione all'associazione mafiosa e per una serie di reati frutto dell'attività malavitosa capeggiata dal Pidone rispetto al quale i pm antimafia avevano evidenziato una stretta vicinanza. I giudici del riesame hanno riconosciuto l'inesistenza dei gravi indizi e accogliendo il ricorso del difensore, avvocato Giuseppe De Luca, ne hanno disposto la scarcerazione, con la sola misura del divieto di dimora.
Il 31 dicembre scorso era tornato libero Salvatore Barone, presidente della cantina sociale Kaggera di Calatafimi, pure coinvolto nella stessa operazione.
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