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Virgilio o non Virgilio

04 Agosto 2017 13:35, di
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La nomina di Daniela Virgilio a componente del Consiglio di amministrazione dell’Airgest, in quota alla Regione Siciliana, come era facile prevedere e...

La nomina di Daniela Virgilio a componente del Consiglio di amministrazione dell’Airgest, in quota alla Regione Siciliana, come era facile prevedere e come abbiamo visto, ha suscitato un vespaio di polemiche. Capace, non capace, organica o non organica ai partiti, ognuno ha cercato, e trovato, un motivo per dire la sua. Non conosco le sue competenze e, personalmente, ho delle perplessità sulla nomina perché, da semplice cittadino, sono abituato a pensare che certi posti debbano essere appannaggio di persone che abbiamo un background nella materia che trattano. Ripeto, da semplice cittadino. Ma chi giornalmente fa politica e giornalmente vive esperienze in cui a ricoprire determinati incarichi manda soggetti che sono funzionali ai partiti o alle propria cordata, se non addirittura direttamente a sé stesso, di cosa si meraviglia? Esponenti del Pd di Trapani ed Erice attaccano la nomina della Virgilio, voluta da esponenti del Pd di Palermo (Lumia in particolare) ed avallata da loro colleghi della provincia. Altri se la prendono con il presidente Crocetta che, dopo essere stato per quattro anni il loro faro, quasi un Dio al quale rivolgersi per qualsiasi cosa, ostentando ad ogni pié sospinto non solo ottimi rapporti politici ma anche amicizia personale e grazie alla cui elezione si sono trovati, “miracolati”, a sedere a Palazzo D’Orleans, ora ne prendono le distanze, chi annunciando che non si ripresenterà chi, intuendo uno tsunami che potrebbe travolgerli, cercando nuove sponde cui appoggiarsi, anche su fronte opposto. Che tutto prendono e tutti accolgono, l’importante è che portino il voto degli elettori che, come la “pecunia” non “olet”. E l’opposizione? Quelli che ancora strillano allo scandalo sono gli stessi che questa pratica di spartizione e di nomina di “fedelissimi” l’hanno perseguita quando erano al potere alla Regione e continuano a perseguirla negli enti locali, laddove amministrano. E non sfuggono i grillini, vedi le nomine di Roma. A seconda della posizione, questa pratica clientelare è cacca o tesoro. Diceva il buon Totò “ma mi faccia il piacere”.

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