Arrestato dai Ross il latitante Matteo Messina Denaro
Finisce dopo 30 anni la latitanza del boss di Castelvetrano
Aggiornamento - ore 10:15 - Cattura Matteo Messina Denaro - Dopo il blitz nella clinica a Palermo, l'ormai ex superlatitante Matteo Messina Denaro che non si è opposto alla cattura, è stato trasferito in una località segreta. Denaro, a quanto si apprende da fonti investigative, faceva periodicamente controlli in quella struttura, che la scorsa notte durante il blitz del Ros era stata messa in sicurezza con diverse decine di uomini per tutelare tutti gli altri pazienti. Quando è stato arrestato, Messina Denaro non era allettato ma si stava facendo i controlli.
Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni
di latitanza è stato arrestato dai carabinieri del Ros. L'ex ormai primula rossa di Castelvetrano Matteo Messina Denaro è stato arrestato mentre era in day hospital alla clinica Maddalena, in pieno centro a Palermo.
Lâinchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
Il boss si era recato nella clinica privata dove è stato arrestato âper sottoporsi a terapieâ, spiega il comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto dopo lâarresto del boss compiuto dagli uomini del raggruppamento speciale assieme a quelli del Gis e dei comandi territoriali. Pochi mesi fa, a metĂ novembre, Il Gazzettino aveva riportato le dichiarazioni di Salvatore Baiardo, lâuomo che ha gestito la latitanza dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano in Nord Italia. Baiardo aveva dichiarato che Messina Denaro era gravemente malato. Ă del settembre scorso invece lâarresto di 35 persone, ritenute fiancheggiatori del boss. Tra queste anche Francesco Luppino, considerato tra i fedelissimi del boss.
Nato a Castelvetrano nellâaprile del 1962, sullâultimo superlatitante di Cosa nostra sono stati scritti centinaia di articoli, decine di libri, informative dâindagine lunghe migliaia e migliaia di pagine. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dellâordine. Matteo Messina Denaro era soprattutto lâunico boss rimasto in libertĂ a conoscere i segreti delle stragi. Da Riina ai fratelli Graviano, passando per Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e poi anche Bernardo Provenzano, tutti gli uomini della piovra che hanno attraversato quel biennio di terrore sono finiti, in un modo o nellâaltro, in gabbia. Tutti tranne lui, fino ad oggi.
Figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano (Tp) Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, Messina Denaro era appunto latitante dallâestate del 1993. Quando diventa un fantasma ha da poco superato i trentâanni e in una lettera scritta alla fidanzata dellâepoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannuncia lâinizio della sua vita da ricercato. âSentirai parlare di me â scrive, facendo intendere di essere a conoscenza che di lĂŹ a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue â mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsitĂ â.
Il capomafia trapanese è stato condannato allâergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nellâacido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del 1992, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del 1993 a Milano, Firenze e Roma. Messina Denaro era lâultimo boss mafioso di âprima grandezzaâ ancora ricercato. Una latitanza record come quella dei suoi fedeli alleati Totò Riina, sfuggito alle manette per 23 anni, e Bernando Provenzano, riuscito a evitare la galera per 43 anni.
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