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Marsala | Cronaca

Usura, estorsioni. Da Marsala a Torino in manette Carlo Zichittella, 70 anni

14 Ottobre 2022 20:54, di Redazione
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Gli usurai del Covid: “Se non paghi ti sotterro vivo"

Da Marsala a Torino. Tutto inizia nel 2020 quando — secondo la tesi d’accusa — approfittando dell’emergenza pandemica, un gruppo di persone di origine siciliana, inizia a concedere prestiti a tassi di interesse fino al 240% . Chi non restituiva i quattrini era vittima di estorsione.

È la sceneggiatura — aggravata dal metodo mafioso — ricostruita dai militari del nucleo economico-finanziario, coordinati dal pubblico ministero della Dda Manuela Pedrotta, e che ha portato al blitz di ieri mattina, con otto arresti. In manette Carlo Zichittella, 70 anni: già condannato per associazione mafiosa, divenuto capo della «Stidda» di Marsala, mentre era già in Piemonte, e coinvolto nella «Guerra di Marsala» del 1992. Per poi essere ascoltato, ai processi per la strage di via D’Amelio e a quello contro Matteo Messina Denaro. Lui stesso, nelle intercettazioni, faceva riferimento al curriculum criminale, «per contribuire a creare un clima di timore, avendo fatto parte di Cosa Nostra». Mica solo aneddoti e chiacchiere: «Risulta acclarato — argomenta nell’ordinanza il gip Edmondo Pio — come Zichittella abbia a disposizione uomini a cui eventualmente si può rivolgere per organizzare e intraprendere in qualsiasi momento azioni violente e potenzialmente mortali».

C’erano quei bravi ragazzi, al mercato di piazza della Vittoria, prima periferia della città (così come riporta il Corriere di Torino). Per dire dell’aria di intimidazione — e della conseguente omertà — che tirava tra le bancarelle, basta la vicenda di un commerciante, convocato dalla guardia di finanza per «quei soldi che abbiamo preso dall’usuraio». E che così risponde alla compagna, alla domanda se avesse detto la verità: «Ma no, sei pazza, come glielo dicevo? Mi vuoi fare ammazzare!?»

Spesso bastava il solo nome. Tanto che, quando il genero, Antonio Striano, 47 anni, si comportava in maniera «aggressiva e prepotente con gli ambulanti» — «Qua comanda Tony!» — Zichittella si lamentava: «Mi sta scassando». Morale: la loro influenza nell’area era tale che non era necessario ricorrere a questi metodi, «che potevano attirare l’attenzione delle forze dell’ordine». Che alla fine si sono materializzate negli uomini delle Fiamme gialle, le cui annotazioni sono una radiografia di come usura ed estorsione possono prendersi un pezzo di città, anche al nord.

La trappola era spesso la stessa, persone «in difficoltà economiche a causa del Covid», in cerca di prestiti: «Mi disse che conosceva un soggetto che gravitava intorno a Borgo Vittoria, e sapeva che prestava denaro. Volevo intercedesse per me, chiedendo a quel signore di prestarmi 500 euro, dicendogli che glieli avrei restituiti il mese successivo». Confidando che l’attività sarebbe andata meglio, come invece non succedeva. «Per ogni mille euro, ne avrei dovuti restituire 200 al mese, solo a titolo di interesse, più il capitale». Erano terrorizzati, dalle minacce: «Io ti dò fuoco davanti ai carabinieri». Una volta, ruppero un dente a un signore, costretto a consegnare la pensione di invalidità e parte del reddito di cittadinanza. Lo stesso percepito da tre degli arrestati, difesi tra gli altri dagli avvocati Piero D’Ettorre e Saverio Ventura.

Quasi alla luce del sole: «Tutti sanno che chiedono il pizzo ai commercianti della piazza. Se non pagano gli danno botte oppure sono costretti ad andare via». C’era controllo totale: «In piazza della Vittoria non si muove letteralmente una foglia senza che lui ne sia a conoscenza». Come diceva Zichittella, al telefono: «Tutti sanno qua che siamo mafia».

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