Inchiesta scommesse illegali, passano alla Procura di Trapani le carte dell'inchiesta
Il provvedimento nasce da una indagine delle fiamme gialle di Marsala
Saranno trasmesse alla Procura di Trapani le carte dell'inchiesta relativa ad un giro di scommesse on line secondo l’accusa “illegali” (un giro di scommesse che, da febbraio 2018 a maggio 2021, è stato valutato in circa 23 milioni di euro). Accolta in udienza preliminare l'eccezione di incompetenza territoriale sollevata dai difensori degli imputati. Il Gup, Riccardo Alcamo, su richiesta delle difese, ha dichiarato la propria incompetenza in favore del Tribunale di Trapani, con restituzione degli atti alla Procura di Trapani. Un ottimo risultato raggiunto dai difensori, che “esprimono la propria soddisfazione”.
Il procedimento era stato avviato dopo una indagine di Procura e Guardia di finanza di Marsala. “Anche se l’indagine ha preso le mosse da un centro scommesse di Marsala – hanno sostenuto i difensori – il reato più grave, e cioè quello associativo, si è consumato a Trapani”. E il Gup ha accolto l’eccezione, ordinando la trasmissione degli atti alla Procura di Trapani, che dovrà riformulare, se condividerà le conclusioni dei colleghi di Marsala, la richiesta di rinvio a giudizio per: i coniugi Giovanni Marchese e Marica Genco, di Marsala, gestori di un centro scommesse on line nella borgata di Strasatti, per Carlo Napoli, di Erice, uno dei personaggi principali sui quali ruota l’inchiesta delle Fiamme Gialle, Giuseppe Granata, di Polizzi Generosa ma residente a Favignana, Luigi Cascio, trapanese, Antonino Danilo Angileri, di Petrosino, Filippo Gallina, di Bisacquino (Pa), Salvatore Marino, Michelangelo Tilotta, entrambi di Paceco, Maria Canino, di Erice, Gabriele Napoli, di Erice, e Sebastiano Silvio Sciacca, di Marsala.
A difendere gli imputati sono gli avvocati Giuseppe De Luca, Tommaso Picciotto, Vito Daniele Cimiotta, Donatella Buscaino, Stefania Alcamo, Luigi Montagliani, Massimiliano Sammartano e Giuseppe Scarcella. A gennaio scorso furono posti ai domiciliari Giovanni Marchese, Carlo Napoli, Giuseppe Granata e Luigi Cascio, mentre la misura cautelare dell’obbligo di dimora nei rispettivi Comuni di residenza fu disposta per Angileri e Gallina. Misura cautelare interdittiva temporanea del divieto di esercitare la loro professione di tecnici informatici/programmatori per i pacecoti Marino e Tilotta, e divieto di esercitare attività imprenditoriali per Marica Genco. Sono stati, inoltre, sequestrati beni immobili, mobili e le quote sociali per circa 2 milioni e 600 mila euro.
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