Mafia, beni per 1,5 milioni confiscati a imprenditori di San Giuseppe Jato
Il provvedimento è stato eseguito dalla Dia di Trapani
La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha dato esecuzione ad un decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Palermo nei confronti di tre imprenditori palermitani, Ciro Gino Ficarotta, del figlio Leonardo e del nipote Paolo Vivirito.
Il provvedimento ha riguardato una azienda del settore, con sede a San Giuseppe Jato (PA), tra cui una tenuta agricola a Santa Ninfa con sessanta ettari di terreno e 15 immobili per un valore di 1,5 milioni di euro.
Gli accertamenti espletati dalla DIA hanno infatti permesso di ricostruire le dinamiche sottese alla vendita del compendio aziendale, che è stata oggetto di speculazione immobiliare ad opera di “cosa nostra”. I boss trapanesi erano riusciti ad aggiudicarsi all’asta la tenuta di Giuseppa Salvo, moglie di Antonio Maria Salvo, nipote di Nino e Ignazio, esattori mafiosi di Salemi. Formalmente era stata acquistata da Roberto Nicastri, fratello di Vito, e poi ceduta alla Vieffe Agricola di Ficarotta e Vivirito per 530.000 euro. Il prezzo di vendita reale dei terreni era notevolmente superiore a quello dichiarato negli atti notarili. Ciro Gino Ficarotta avrebbe versato la differenza, circa 200 mila euro in contanti, nelle mani dagli uomini di Cosa Nostra per la loro “intermediazione immobiliare”. Quei soldi sarebbero serviti per finanziarie la latitanza di Messina Denaro.
"L’operazione - si legge nella nota - si inserisce nell’ambito delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali, agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale".
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