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Trapani | Cronaca

Processo omicidio Amatuzzo. L'imputato si difende dicendo di non essere stato lui ad uccidere Maria

07 Maggio 2024 09:02, di Redazione
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Per l'imputato "La donna, si sarebbe accoltellata da sola"

Ancora una udienza del processo in Corte d'assise a Trapani per l'omicidio di Maria Amatuzzo, palermitana, 29anni uccisa con 12 coltellate la vigilia di Natale del 2022 a Marinella di Selinunte. Imputato è l'ex pescatore Ernesto Favara, 64 anni di Castelvetrano.

L'uomo nell'ultima udienza ha detto in aula di non essere stato lui ad accoltellare la donna. “Maria si è uccisa da sola colpendosi con il coltello davanti ai miei occhi durante una discussione che abbiamo avuto per le bambine. Io ho provato a toglierle il coltello dalle mani, per questo ci sono le mie impronte”.

Uno dei legali di parte civile, l’avvocato Roberta Anselmi, che rappresenta il centro antiviolenza “Casa di Venere” di Marsala, ha chiesto all'imputato Favara come avrebbe fatto Maria Amatuzzo “a colpirsi con il coltello alle spalle, visto che alcuni fendenti hanno colpito anche lì”. Favara ha, poi, aggiunto che subito dopo sarebbe entrato in casa il nuovo fidanzato, tale Liborio, che l'avrebbe colpita con una pala.

A sostenere l’accusa nel processo è il pm della Procura di Marsala Stefania Tredici, Favara è difeso dagli avvocati Margherita Mariella Barraco e Valentina Blunda. A difededere le parti civili, oltre a Roberta Anselmi, gli avvocati Vito Daniele Cimiotta, legale dei genitori, una sorella e uno zio della Amatuzzo, e Marilena Messina.

Ernesto Favara fu arrestato dai carabinieri immediatamente dopo il delitto, era per strada vicino casa ed aveva ancora in pugno il coltello sporco di sangue. Maria Amatuzzo, qualche mese prima di essere uccisa, aveva lasciato il marito (sotto processo, in Tribunale, a Marsala, per maltrattamenti familiari) ed era andata a vivere con un altro uomo.

Quel 24 dicembre 2022, la donna sarebbe stata attirata con un pretesto da Favara nella sua abitazione di Marinella di Selinunte (“Vieni a prenderti il cappotto, io non sarò a casa”), ma quando entrò nel garage venne subito accoltellata. Dall’autopsia è emerso che i fendenti sarebbero stati 28, inferti in varie parti del corpo. Tra le cinque aggravanti contestate dall’accusa, anche i “futili motivi” (gelosia), la premeditazione e la crudeltà, perché dopo avere inferto colpi letali continuava ad accoltellarla. Alla prossima udienza, il 13 maggio, dovrebbero essere sentiti tre testi della difesa, tra i quali lo psichiatra Lorenzo Messina, nominato come consulente dalla difesa

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