Province? No grazie. La riforma delle province e i franchi tiratori
Bocciato il disegno di legge
Bocciata al primo voto dalla stessa maggiornaza la riforma delle Province, che doveva ridare vita a questi enti attraverso l'elezione diretta dei presidenti, non c'è più. Fallisce il tentativo del governo Schifani di reintrodurre l'elezione diretta dei presidenti delle Province in Sicilia. All'Ars è caduto l'articolo 1, quello che conteneva le fondamenta della legge, con 40 voti contrari e solo 25 a favore.
Il voto in aula: in aula la maggioranza poteva contare su 38 deputati presenti (erano assenti due di Fratelli d'Italia), è ovvio che i franchi tiratori sono stati almeno 13. Cioè la differenza fra i 38 potenziali e i soli 25 voti arrivati a favore della riforma fortemente voluta da Schifani.
Della riforma, non se ne parla più. E meno che mai delle elezioni previste a giugno. Si passa quindi alle elezioni di secondo livello, quelle che chiamano al voto i sindaci e i consiglieri del territorio per eleggere vertici con poteri limitati. Il bilancio politico è ancora più semplice. Governo Ko al primo vero test e maggioranza in tilt in un clima da tutti contro tutti. Se l'opposizione esulta e c'è chi come il Movimento 5 Stelle e De Luca chiede le dimissioni del presidente, nella maggioranza c'è chi parla di "voto sconcertante".
Le reazioni
Donato (Dc), su ddl province scritta una brutta pagina "A Sala d’Ercole con il no al ddl province è stata scritta una brutta pagina della politica siciliana: le ripicche e i piccoli interessi personali hanno prevalso sulla necessità di restituire ai siciliani enti funzionanti ed eletti democraticamente†lo afferma Francesca Donato, europarlamentare e vice presidente nazionale della Democrazia Cristiana.
Marcello Caruso, Coordinatore regionale di Forza Italia."Lo stop imposto al cammino parlamentare della legge sulle province rappresenta una sconfitta per i territori e le comunità che da anni subiscono incredibili carenze e disservizi; questo stop è un duro colpo ai processi di partecipazione democratica che nelle elezioni hanno il loro punto più alto.
Il gruppo parlamentare di Forza Italia all'assemblea regionale siciliana oggi ha votato in modo compatto e unito per proseguire il dibattito sulla proposta di legge riguardante le province.
Questo perché questo disegno di legge era parte integrante, e resta parte integrante del programma del governo presieduto da Renato Schifani e condiviso con l'intera coalizione".
Stefano Pellegrino, presidente dei deputati di Forza Italia all'Assemblea Regionale Siciliana.
"I siciliani hanno perso una grande opportunità per ridare dignità e rappresentanza istituzionale all'ex province, che ormai da anni, dopo una scelta scellerata del governo Crocetta, versano in stato di gravissima crisi in termini di servizi per i cittadini e i territori.
Non può che dispiacere che una norma di alto valore istituzionale sia stata bocciata, trincerandosi dietro scuse false come quella che si sarebbe trattato di una mossa pre-elettorale.
Ad essere uscita oggi sconfitta da Sala d'Ercole è la democrazia e la rappresentanza democratica dei siciliani, che dovranno continuare a subire i danni della cancellazione degli Enti di area vasta".
Deputato regionale e coordinatore del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola. “Il parlamento regionale ha sfiduciato palesemente per la seconda volta il presidente Schifani presente in aula. La prima volta con il disegno di legge che salvava gli ineleggibili, ed oggi con l’altro suo cavallo di battaglia ovvero la restaurazione delle province regionali e delle relative poltrone. Se fossi il Presidente Schifani trarrei le dovute considerazioni da questa ennesima bocciatura. La maggioranza di destra non esiste più e non rappresenta i sicilianiâ€. “Con questa sonora bocciatura - aggiunge Di Paola - ribadiamo la nostra posizione contraria a questo DDL province. Evitiamo di creare storture normative che danneggiano i siciliani. Abbiamo chiesto il ritiro del disegno di legge ma Schifani non ha voluto darci ascolto, ecco perché abbiamo chiesto il voto segreto. Ci sono ben altre emergenze di cui dobbiamo occuparci come rappresentanti dei siciliani: dalla viabilità all’agricoltura, da quella della sanità alla crisi di liquidità delle famiglie. I siciliani non possono più aspettare e non sanno cosa farsene della moltiplicazione delle poltrone†- conclude Di Paola.
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