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Trapani | Cronaca

Aeroporto, la Procura apre indagine su co-marketing con Ryanair

22 Gennaio 2019 19:17, di Redazione
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Sono quindici le persone indagate dalla Guardia di Finanza di Trapani

La Procura della Repubblica di Trapani ha aperto un fascicolo sull'Airgest, la società di gestione dell'aeroporto di Birgi. L'indagine è condotta dalla Guardia di Finanza. Secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica, nella sua edizione di Palermo, i reati contestati sarebbero quelli di malversazione di fondi pubblici, con riferimento al co-marketing che ha permesso la permanenza di Ryanair nello scalo trapanese, e falso in bilancio per il mancato pagamento della addizionale comunale. Sono stati notificati quindici avvisi di garanzia a professionisti che hanno ricoperto ruoli degli ultimi tre Consigli di amministrazione. Gli indagati - come riporta Tp24.it - sono Salvatore Castiglione, Franco Giudice, Salvatore Ombra, Paolo Angius (attuale presidente del Cda di Airgest), Fabrizio Bignardelli, Vittorio Fanti, Giuseppe Russo, Giancarlo Guarrera, Luciana Giammanco, Letteria Dinaro, Michele Angelo Maggio, Antonino Di Liberti, Antonio Lima, Antonino Galfano.
L'indagine sui vertici dell'Airgest è partita in seguito di un esposto di alcuni esponenti del Movimento 5Stelle. Le accuse riguardano il periodo che va dal 2010 al 2016 e, principalmente, i rapporti tra la società di gestione dell'aeroporto di Birgi e Ryanair. A finire sotto la lente d'ingrandimento, l'accordo di co-marketing siglato nel gennaio 2014 tra Airgest, ventiquattro comuni del Trapanese e la compagnia aerea irlandese per complessivi 7 milioni di euro. Secondo i magistrati "a fronte di costanti perdite d'esercizio subite, capitalizzavano detti costi (riferiti al co-marketing, ndr) tra le immobilizzazioni immateriali alla voce "costi di ricerca, sviluppo e pubblicità". In questa maniera la società "concorreva a determinare il risultato di esercizio per la sola quota del 20 per cento annuo anzichè per l'intero". Poi c'è la questione del mancato versamento della tassa addizionale comunale, un'imposta riferita "ai diritti d'imbarco dei passeggeri degli aeromobili" che avrebbe "generato improprie disponibilità finanziarie all'Airgest per sopperire alle difficoltà strutturali della società stessa".
"Parlerò con Musumeci e decideremo insieme il da farsi", ha commentato - sempre come riferisce Repubblica - l'attuale presidente di Airgest Paolo Angius che è stato anche consigliere di amministrazione della società di gestione dall'agosto 2006 all'agosto 2007 e vicepresidente vicario dal 13 gennaio al 27 marzo 2012. "L'indagine riguarda un tema di interpretazione tecnica - continua Angius - gli interventi dell'Airgest con Ryanair erano di puro marketing e, fino al 2015, venivano ripartiti nel quinquennio. Nel 2016 ci fu il cambio della normativa e da quel momento l'intero costo iniziò a gravare su un unico bilancio".
Attualmente il 99,93 per cento delle quote Airgest è detenuto dalla Regione Siciliana ma, nel periodo oggetto della indagine della Procura trapanese, il 49 per cento della società era di proprietà di alcune società private, mentre il 51 per cento era in capo alla Regione. "Ovviamente - conclude Angius - nel tempo abbiamo concordato tutte le scelte con i soci privati e con i soci pubblici".

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