"No" all'ipotesi di un deposito di scorie radioattive a Calatafimi e Fulgatore
Stamane la protesta dei sindaci del trapanese a Segesta
Sindaci della provincia di Trapani e cittadini si sono ritrovati stamane insieme al tempio di Segesta per protestare contro il deposito di rifiuti radioattivi previsto a Trapani, e precisamente nei territori di Calatafimi Segesta e Fulgatore, siti individuati dalla Sogin, società incaricata dal ministero dell’Ambiente.
Il presidente del comitato contro i rifiuti Massimo Fundarò e i sindaci di Trapani e Calatafimi, Giacomo Tranchida e Francesco Gruppuso, hanno invitato anche il presidente della Regione Renato Schifani, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno a partecipare alla protesta simbolica.
“La vocazione naturalistica e turistica dei territori individuati e le motivazioni contenute nella relazione tecnico scientifica prodotta – scrivono i componenti del comitato – dicono che i siti sono assolutamente non idonei a diventare deposito di tutte le scorie nucleari d’Italia”.
La possibile realizzazione del Deposito nazionale di rifiuti radioattivi nel Trapanese non cessa di far discutere e di trovare la contrarietà , già più volte espressa, sia della Regione sia delle Amministrazioni comunali – di Calatafimi e Trapani, nei cui territori ricadono i siti individuati dagli Enti nazionali preposti.
Trapani e Calatafimi rientrano nei Comuni che dovrebbero ospitare i depositi dei rifiuti radioattivi e le due città hanno già più volte manifestato il proprio dissenso. Senza, però, essere ascoltati. A differenza di altre realtà come Butera nell'Agrigentino e Petralia Soprana nel Palermitano, già esclusi dai siti idonei ad ospitare il deposito nazionale al termine della prima fase istruttoria. Calatafimi e Fulgatore, invece, figurano sempre nell'elenco e i due sindaci ne chiedono la rimozione. Proprio come fatto per Butera e Petralia Soprana. "Questa esclusione è avvenuta anche, grazie alle puntuali e scientificheosservazioni che sono state presentate dai comitati civici, dai sindaci dei Comuni coinvolti, dalla commissione tecnica scientifica, con un lavoro comune coordinato dall'allora assessore all'ambiente Salvatore Cordaro, e dalla presa di posizione, contraria alla costruzione in Sicilia del deposito nazionale, dell'allora presidente della Regione Nello Musumeci".
Per Tranchida e Gruppuso "non sono venute meno, anzi si sono rafforzate, le ragioni per escludere la Sicilia come luogo idoneo per la localizzazione del deposito, e i due siti Trapanesi, sia per le innumerevoli motivazioni della relazione tecnico/scientifica prodotta, sia per la vocazione prettamente naturalistica e turistica della provincia di Trapani, sono assolutamente non idonei a diventare deposito di tutte le scorie nucleari d'Italia".
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