Strage di Altavilla. Arrestata la superstite di 17 anni, avrebbe partecipato al massacro
Il fermo convalidato dal Gip
La figlia del muratore di Altavilla Milicia, accusato di avere ucciso, insieme a due complici, la moglie e i due figli maschi durante un esorcismo, è stata fermata due giorni fa (14 febbraio) per omicidio dalla procura dei minori.
La ragazza avrebbe partecipato alla strage. Il fermo è stato convalidato dal gip. A coordinare l’indagine è la procuratrice dei minori Claudia Caramanna.
Quasi un mese di rituali, poi sfociati nella violenza dell’ultima settimana cui hanno partecipato attivamente anche Kevin e Miriam Barreca, la diciassettenne sopravvissuta al massacro di Altavilla Milicia. La dinamica che ha portato alla mattanza denunciata dallo stesso Giovanni Barreca, padre e marito delle vittime Kevin (15 anni), Emanuel (5 anni) e Antonella Salamone (41 anni), lo scorso sabato notte, si fa sempre più chiara e inquietante. A guidare la purificazione dei luoghi e dei corpi impossessati dal demonio, la coppia di palermitani composta da Sabrina Fina e Massimo Carandente, «fermamente antisatanisti - ha spiegato Cartosio - un mese nel quale la frequentazione dell’abitazione Barreca è stata assidua». La moglie e i due figli più piccoli del muratore sarebbero stati soggetti prima a violenze morali - la prima fase dei rituali appunto - e poi a quelle fisiche. Torture inflitte con vari strumenti, che «Sul come - ha aggiunto il procuratore di Termini Imerese - ancora non possiamo dare risposta: le autopsie si svolgeranno domani, sabato 17 gennaio solo a quel punto sapremo le esatte dinamiche». I figli grandi hanno comunque giocato un ruolo attivo: una sorta di autolesionismo autoimposto perché convinti che nella casa e nei loro corpi albergasse il male. Sul contatto avvenuto tra Barreca e la coppia, gli inquirenti non escludono la pista social: «È probabile - hanno spiegato - che il contatto e il dialogo possa esserci stato anche attraverso le piattaforme dei social network». gli inquirenti per il momento non hanno ritenuto opportuno svelare, sfociate poi nei delitti.
Il procuratore Cartosio lancia un appello ai ragazzi: «So che è difficile e complicato fare emergere certe cose, ma questa terribile tragedia dimostra che il silenzio alle volte può essere la propria condanna a morte». «Se dietro ai protagonisti di questa vicenda ci sono altri soggetti e scenari? Forse sì, cercheremo di capirlo e speriamo di avere l’appoggio delle altre sedi giudiziarie e delle altre istituzioni per accertarlo». Lo ha detto il procuratore di Termini Imerese Ambrogio alla conferenza stampa sulla strage di Altavilla, convocata nella compagnia carabinieri di Bagheria.
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