Domani interrogatorio di garanzia per il militare della capitaneria accusato di corruzione
Indagato anche un imprenditore, nell'indagine coinvolte altre sei persone
E' atteso per domani mattina l’interrogatorio di garanzia per Francesco Ruggirello, 49 anni militare della capitaneria di porto di Trapani finito ai domiciliari con obbligo di indossare il braccialetto elettronico accusato di corruzione.
Da quanto emerge in queste ore sull'inchiesta che venerdì ha portato ai domiciliari il militare della Capitaneria di Porto di Trapani non vi erano solamente le cassette di pesce per chiudere un occhio e archiviare le sanzioni amministrative che venivano elevate dalla Guardia costiera. Da quanto è stato accertato dagli investigatori dei carabnieri che hanno lavorato in questi mesi a stretto contatto con i colleghi dell'indagato, vi era molto di più. C'erano anche altri favori che comportavano vantaggi di natura economica.
Da quanto si apprende si tratterebbe di fatti che risalirebbero al 2019 e che venerdì hanno visto finire nei guai Francesco Ruggirello, 49 anni, militare della Capitaneria di porto di Trapani. Ruggirello, impiegato nei servizi di controllo eseguiti dal Corpo nel settore della pesca, ora si trova ai domiciliari con l'obbligo di indossare il braccialetto elettronico. Corruzione, l'ipotesi di reato formulata dalla Procura del capoluogo nei suoi confronti. “Le accuse sono infondate e le indagini presentano diversi aspetti contraddittori e non esplorati adeguatamente – sottolinea l'avvocato Antonino Sugamele. Si occuperà della vicenda il tribunale del riesame di Palermo al quale demanderemo la verifica della presenza dei gravi indizi di colpevolezza, l'insussistenza delle esigenze cautelari, l'inattualità della misura e la mancanza di proporzionalità . I fatti contestati risalirebbero al 2019”.
Obbligo di dimora, invece, per Giuseppe Blunda, 55 anni, imprenditore edile, originario di Alcamo ma residente a Castellammare del Golfo e rappresentante legale della ditta “Miomercato Srl” di Calatafimi-Segesta. Per l'accusa il militare “infedele” si sarebbe fatto consegnare dagli indagati partite di prodotti ittici per annullare le sanzioni amministrative elevate nel corso dei controlli sulla filiera della pesca. Pesce e non solo perchè dalle indagini sarebbe anche emerso che per annullare la multa elevata nel 2019, per illeciti amministrativi, alla ditta “Miomercato”, Francesco Ruggirello si sarebbe fatto pagare da Giuseppe Blunda i lavori per un importo di 2000 euro, eseguiti nella sua abitazione di Valderice. Nell'ambito della stessa inchiesta, effettuata dai militari dei carabinieri e della capitaneria e coordinata dal procuratore Gabriele Paci, risultano indagate anche altre sei persone, che operano nel settore del commercio di prodotti ittici tra Mazara del Vallo e Paceco.
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