Mafia. Arresto insospettabili fiancheggiatori Matteo Messina Denaro
Spuntano nuovi particolari
Spunta un’altra donna nella vita da latitante di Matteo Messina Denaro. I due hanno avuto una relazione e se ne andavano in giro in sella ad una moto Bmw F650, la stessa che il padrino avrebbe comprato di seconda mano grazie all’identità prestatagli dall’architetto Massimo Gentile, uno dei tre insospettabili arrestati dal Ros dei carabinieri. Massimo Gentile è finito in carcere assieme al cognato Cosimo Leone tecnico radiolo presso l'ospedale di Mzara, per associazione mafiosa, il terzo arrestato l'agricoltore Leonardo Gulotta è accusato di concorso esterno.
L'architetto Gentile che dal 2019 viveva a Lambiate in provincia di Monza, gestiva per conto dell'ufficio tecnico del comune lombardo decine di progetti finanziati con il PNRR. Tutto questo in un Comune dove – come sottolinea la Dia – è molto presente la criminalità organizzata soprattutto calabrese: proprio a Limbiate, infatti, risulta operativa una locale della ‘ndrangheta.
Gentile avrebbe prestato per dieci anni a Messina Denaro la sua identità per avere falsi documenti.
Il Gip nell’ordinanza fa anche riferimento alla parentela di Gentile Massimo con Gentile Salvatore, marito di Laura Bonafede(pure lei in carcere) “mafioso condannato all’ergastolo per gravi fatti di sangue commessi in concorso e soprattutto su ordine di Messina Denaro Matteoâ€. I padri di Gentile Massimo e Gentile Salvatore sono cugini di primo grado, in quanto figli di fratelli: “Si tratta – si legge ancora – di legami familiari che rivestono particolare importanza, specie se inquadrati in una dimensione territoriale molto ridotta ed altresì in un contesto mafioso come quello della famiglia Bonafede-Gentile. Ma oltre a tale dato familiare, certamente coerente con la massima fiducia riposta dal Messina Denaro in Gentile Massimoâ€.
Leone è l'uomo che ha avuto un ruolo importante nella trafila sanitaria del boss mentre Gulotta, ha fornito un'utenza telefonica al boss dal 2007 al 2017.
Tra novembre e dicembre 2020 poi Messina Denaro ha avuto a disposizione tre sim card con altrettanti cellulari. Una era intestata ad un anziana signora, ignara e deceduta nel 2017. La sim era nel telefonino sequestrato al boss il giorno dell’arresto. Sono stati ricostruiti 33 contatti con una donna nei giorni del ricovero nel reparto di Chirurgia dell’ospedale di Mazara.
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